

L’Associazione ArtPort, nel contesto del progetto Let’s Go!,
è lieta di ospitare il Complesso Coreografico Giovanile Bielorusso “Rovesnik”,
del Palazzo Repubblicano della Cultura di Minsk, per uno spettacolo di danza davvero unico.
Il corpo di ballo, composto da 40 giovani artisti fra gli 8 e 15 anni, presenterà un programma dal grande valore artistico e con una spettacolare girandola di stili e costumi di scena.
L’evento è organizzato con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Palazzolo dello Stella.
Artista industriale di rilevanza internazionale Bruno Aita (1954) riflette sulla relazione di straniamento tra uomo, natura e ambiente in termini prettamente pessimistici. Il degrado alienante è al centro della sua poetica e il nero è il colore che domina le sue composizioni. Nelle opere di Aita si esprime al più alto lirismo lo spirito della tragedia che caratterizza la condizione esistenziale dell’uomo nella società contemporanea che si sviluppa attraverso una continua esasperata estraniazione dal contesto naturale e l’immersione in un ambiente industriale dominato dalla tecnologia, dai telefoni cellulari e dalle costruzioni in lamiera. L’uomo si trova dunque, nelle opere di Aita, implicato suo malgrado in una condizione paradossale e kafkiana priva di vie d’uscita dove solo il nero della disperazione più cupa si pone come simbolo del suo inevitabile futuro.
Manuel De Marco (1987), artista poliedrico e multidisciplinare concentra la sua attenzione sul corpo umano e sulle sue capacità espressive. La contemporaneità dell’essere umano nella sua corporeità di soggetto incarnato e le aporie e paradossalità comunicative ad esso peculiari intrecciano ed uniscono la ricerca dei due artisti, entrambi preposti a comporre una attiva denuncia della società odierna e del soggetto contemporaneo che ne scaturisce.
Da un modello di comunicazione assente e degradata che possiamo dedurre dalle opere di Aita si passa, con De Marco, all’espressione di una relazionalità scarnificata e disintegrata, ridotta all’osso nel segno grafico di una parola ripetuta all’infinito e negli archetipi comunicativi delle impronte, che riportano la comunicazione ad un livello primitivo, animale, pre-concettuale e anti-concettuale, ricalcando una matrice prettamente arcaica ed istintiva. La negazione del Soggetto Cogitante, la negazione del concetto e la messa in discussione delle possibilità comunicative nell’oscuro orizzonte della contemporaneità accomunano nel profondo i due artisti, le cui opere abbinate generano un nero vortice che corrode la carne e l’intelletto dell’Uomo contemporaneo, lasciando nello spettatore lo stupore sommo e l’amarezza indelebile di un gesto fallito e una parola svuotata, che riportano inevitabilmente ad un’intersoggettività vissuta come angoscia e smarrimento esistenziale, smarrimento di sè e dell’Altro.
** CONVERSAZIONI D’ARTE **
tre incontri per intraprendere un breve viaggio nella storia dell’arte e nella lettura dei simboli
a cura di Eva Comuzzi
— giovedì 25 maggio ore 20.15 — Catturare la luce e l’atmosfera. L’impressionismo fra il bucolico e lo scientifico. Monografico: Claude Monet, pittore a Venezia nel 1908
— giovedì 8 giurgno ore 20.15 — Le muse d’oltremare. Esotismo e primitivismo nell’arte contemporanea.
— giovedì 15 giugno ore 20.15 — Il Novecento fra distruzione e nuova creazione: Pablo Picasso.
Ingresso libero
Sabato 3 dicembre alle ore 18:30
Inaugurazione della mostra di Giulia Russo
INTERIORE
Giulia Russo nasce a Solothurn nel 1992, nella Svizzera tedesca dove vive fino all’età di 9 anni per poi trasferirsi in Friuli.
Finiti gli studi superiori, seguendo le orme della nonna intraprende l’attività di sarta.
Frequenta i corsi dell’IRES FVG di Udine e si diploma come modellista sartoriale.
Da autodidatta inizia a manifestare la sua arte non solo attraverso i tessuti ma adottando anche la pittura come mezzo espressivo, realizza delle tele che sorprendono per la loro versatilità e per le diverse tecniche utilizzate che vanno dall’olio, all’acrilico ai pastelli.
È cosi che, riprendendo i disegni realizzati nel periodo adolescenziale, raffigura misteriosi soggetti dalle sembianze umane, soggetti vibranti appena accennati, quasi colti al principio del pensiero creativo embrionale ed immersi in una molteplicità di colori.
Artista istintiva, non ama commentare le sue opere ma preferisce lasciare allo spettatore la libertà d’interpretazione.
All’interno del proprio percorso Giulia Russo coniuga la ricerca artistica a quella esistenziale; attenta osservatrice dell’animo umano è alla continua ricerca dell’essere interiore più profondo.
All’inaugurazione installazione di kokedama, le piante fluttuanti, di Maria grazia Borgnolo kokedama&co
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Evento facebook: https://www.facebook.com/events/1403540092992542/
Orari mostra – visitabile fino al 17.12.2016
LUN – MERC – GIOV – SAB
dalle 16:00 alle 19:00